Etica e volontariato
- Dettagli
- Ultima modifica il Lunedì, 12 Aprile 2021 13:55
- Visite: 958
Aprile 2021
Volontariato, il rischio di avvallare ingiustizie
Nonostante più di mezzo secolo, sono rimaste praticamente inascoltate le importanti sollecitazioni del Concilio Ecumenico Vaticano II laddove, nel decreto sull’Apostolato dei laici, evidenziò: «Siano anzitutto adempiuti gli obblighi di giustizia perché non avvenga che si offra come dono di carità ciò che è dovuto a titolo di giustizia; si eliminino non soltanto gli effetti, ma anche le cause dei mali».
Purtroppo molte associazioni nella loro opera di volontariato continuano a tenere in scarsa considerazione i succitati valori della giustizia. Spesso intervengono mettendo una toppa (se, come e quando possono) alle inadempienze delle istituzioni, anziché richiedere il rispetto e l’applicazione dei diritti. Pertanto, anche se i volontari di queste organizzazioni operano con lodevole impegno, di fatto offrono sostegno all’omessa attuazione delle norme vigenti. Con tristi conseguenze, soprattutto per coloro che incapaci di tutelarsi non ricevono né le prestazioni alle quali hanno diritto, né alcun aiuto dal volontariato.
Si veda per es. la situazione dei malati anziani cronici e delle persone con disabilità non autosufficienti, lasciati anche anni in liste di attesa illegittime nonostante l’indifferibilità delle loro esigenze sanitarie e/o socio-sanitarie, con reali rischi per la loro stessa sopravvivenza (almeno 30mila in Piemonte).
Nel nostro territorio la situazione delle – illegittime – liste di attesa fino all’anno passato era evidenziata sul “Piano Programma 2019-2021” del Cisa12. Essa contava circa 130 anziani malati non autosufficienti (Alzheimer, ictus, pazienti con pluripatologie, ecc.) in attesa sine die di prestazioni residenziali o domiciliari di livello essenziale. Nella realtà il numero è maggiore: non tiene conto dei molti, disinformati o scoraggiati, che non presentano richiesta di prestazioni e provvedono privatamente. Ed è deprecabile che nel nuovo “Piano Programma 2020-2022” la voce “Liste di attesa” sia scomparsa, sostituta da un fantomatico “Elenco valutati”: un artificio per mistificare la realtà dei fatti!
E’ bene ricordare che gli interventi residenziali (Rsa), semiresidenziali (Centri diurni) e domiciliari a favore delle persone malate o con disabilità e non autosufficienti, rientrano nei Livelli essenziali di assistenza e pertanto devono essere garantite. Ovvero le risorse devono essere stanziate in funzione delle necessità, come ricorda numerosa giurisprudenza in merito.
Come afferma Francesco Santanera, decano del volontariato dei diritti, il principale espediente delle istituzioni, per negare le prestazioni alle fasce più deboli della popolazione, è l’asserita e mai documentata carenza di adeguati mezzi economici.
Un esempio. Mai erano state trovate le risorse per l’aumento dell’importo (da fame) delle pensioni di invalidità (280 euro al mese). Il ritornello ripetuto, e purtroppo accettato anche dai volontari, era sempre lo stesso: non ci sono i soldi. Dopo la pronuncia della Corte costituzionale del 2020, grazie ad un ricorso promosso dall’Utim, le centinaia di milioni di euro (!) complessivamente necessarie per l’incremento delle pensioni alle persone con invalidità totale sono saltate fuori!
Ricordiamo che la nostra Costituzione «garantisce i diritti inviolabili dell’uomo» (art.2), riconosce la «pari dignità sociale» di tutti i cittadini (art.3 1° comma), stabilisce che «è compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale che limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini impediscono il pieno sviluppo della persona umana» (art.3 2° comma).
Affermazioni però che non si applicano da sé. Pertanto ci sarebbe grande bisogno di una condivisa azione a difesa e promozione dei diritti delle persone incapaci di tutelarsi. Ma l’impegno di giustizia proposto dalla nostra Costituzione e come richiesto dal Concilio Ecumenico Vaticano II, continua ad essere lontano dall’azione delle organizzazioni laiche e religiose che praticano il volontariato “caritatevole”.
UTIM Nichelino
tratto da:
https://www.nichelino.com/news/index.php/approfondimenti/33-etica/3671-volontariato-il-rischio-di-avvallare-ingiustizie